Zemzem è una fonte sacra nelle immediate adiacenze della Kaʿba di Mecca. Essa prende il suo nome dalla radice geminata araba, che significa "inghiottire a piccoli sorsi".Le fonti - come gli alberi o le sopraelevazioni naturali - erano presenze assolutamente rare negli ambienti semi-aridi o aridi della Penisola Arabica della Jāhiliyya e, come tali, oggetto di venerazione accompagnata da accentuato timore reverenziale.Tale venerazione si esprimeva non verso gli oggetti o le cose in quanto tali, ma perché si riteneva che essi non fossero altro che la temporanea residenza terrena delle divinità che, per non annichilire i devoti con la loro "terribilità", assumevano forme non aliene e familiari agli uomini. Queste erano appunto quelle di oggetti naturali, per quanto rari, così come eccezionale era talora ritenuta dagli spiriti religiosi qualche pietra, vuoi per la sua speciale forma vuoi per il suo particolare colore. Tutto ciò veniva pertanto destinato a un culto che non potrà essere definito litolatrico ma semplicemente espressione di un polidemonismo che, più specificamente nel caso arabo pre-islamico, gli storici delle religioni definiscono enoteismo.
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